Una questione oziosa

La Commissione europea ha mostrato grande comprensione nei confronti dell’Italia perché potendo aprire una procedura di infrazione già questa settimana ha concesso al nostro governo tempo fino ad aprile per correggere il disavanzo. Il ministro Padoan ha detto, del resto, che si tratta di una cifra relativamente bassa e si è impegnato in questo senso. Il problema, semmai è che la Commissione ha denunciato la frenata del nostro paese sulle riforme. Il governo Renzi aveva in mente una riforma costituzionale e una della pubblica amministrazione che sono state respinte e una del lavoro che è andata in porto. Altre idee non ce ne erano e il governo Gentiloni non sembra esser bruciato da un fuoco riformatore. Tanto che Padoan ha parlato a più riprese di privatizzazioni per soddisfare le pretese di Bruxelles. Non fosse, che l’idea delle privatizzazioni del ministro dell’Economia è per lo meno discutibile, visto che egli intende mantenere lo Stato in una posizione dominante nell’azionariato e quindi non tutti gli investitori sono entusiasti di portare capitali freschi per farsi comandare. In ogni caso mentre Padoan parlava di come privatizzare, il presidente del Pd Orfini, che in questo momento di crisi politica regge le fila del partito di maggioranza relativa, diceva con serenità che il governo non avrebbe più dovuto privatizzare alcunchè, nemmeno nella formula prevista di Padoan. Questa è la posizione del partito che molti parlamentari stanno lasciando perché non abbastanza “di sinistra”. Per cui o il governo non riuscirà a soddisfare ad aprile i propositi di Padoan, o altrimenti avrà una sola strada possibile su cui incamminarsi. Un’importante piattaforma televisiva chiedeva ai suoi spettatori se davvero Renzi avesse abbassato le tasse o meno. La questione per la verità è alquanto oziosa, perché ammesso che vi fosse riuscito, come si vanta, il governo Gentiloni dovrà necessariamente tornare ad alzarle. Poi ci si stupisce e si accusa l’Europa della mancata crescita. E’ la nostra classe politica che frena l’Italia da decenni e ogni giorno ne da dimostrazione.

Roma, 23 febbraio 2017